L’area del progetto comprende un’ampia fascia di litorale del versante ionico reggino dal comune di Melito Porto Salvo fino a Capo Bruzzano (comune di Bianco), per uno sviluppo complessivo di circa 36 km. Nella parte settentrionale dell'area del progetto ricade il Parco Marino Regionale (PMR) Costa dei Gelsomini istituito nel 2008.
Area terrestre
L’area terrestre è in gran parte occupata da ambienti naturali e seminaturali: spiagge e ambienti dunali di proprietà pubblica. I terreni retrodunali sono ad uso agricolo (agrumeti, seminativi e ortaggi) o a diverso grado di urbanizzazione. La pastorizia è presente solo nei periodi invernali.
Il settore costiero è caratterizzato da spiagge sabbiose o sabbiose-ciottolose e da tratti sassosi o erosi. Il 42 % delle spiagge è urbanizzato,ma anche il restante 58% presenta molti aspetti di degrado più o meno avanzati. La diffusione di rifiuti solidi urbani costituisce carattere diffuso su tutta l’area. La frequentazione turistica raggiunge, nel periodo di massima affluenza (metà agosto), valori di densità umana/km relativamente contenuti, rispetto ad altri settori costieri della regione, e pari a 179 persone/km, estremi: 0-804 persone/km (anni 2006-2009, settore Capo Bruzzano-Capo S. Giovanni; dati originali UNICAL), per un totale di circa 4500 presenze in media.
Il clima è tipicamente termo-mediterraneo arido con temperature medie annue di 19°C e precipitazioni medie annue di 700 mm. Le precipitazioni sono concentrate nel periodo autunno-invernale, per un numero di giornate non superiore a 90. L’area è esposta ai venti di scirocco in direzione prevalente sud est-nord ovest.
Dal punto di vista faunistico, dalla consultazione delle schede Natura 2000 dei SIC inclusi nell’area di progetto e dai rapporti inediti e concessi da faunisti e ornitologi locali, risultano segnalate nell'area (incluso il solo transito) 57 specie diverse di vertebrati. La classe degli uccelli è la più rappresentata, cui seguono mammiferi, rettili ed anfibi. Tra le specie nidificanti, la più importante è il Fratino Charadrius alexandrinus, specie protetta a livello comunitario. Si tratta di un piccolo Charadriforme, tipicamente legato agli ambienti dunali per la riproduzione (depone le proprie uova sulla sabbia, in una leggera depressione priva di materiale di rivestimento). Le problematiche di conservazione degli habitat di nidificazione di questa specie, presente nell’area con una popolazione stimabile a 10 coppie, sono le stesse comuni anche a C. caretta. La mancanza di particolari ripari espone infatti le nidiate dei fratini a varie minacce, spesso di origine antropica quali: calpestamento da parte di turisti e bagnanti, traffico illegale di veicoli a motore su spiaggia e duna, sviluppo turistico incontrollato della costa, erosione costiera. Tra le altre specie nidificanti, si cita anche il congenere corriere piccolo Charadrius dubius, legato più alle aree di foce di fiumi e torrenti. Entrambe le specie, oltre a riprodursi nell’area di Progetto, vi svernano regolarmente.
Tra i rettili sono presenti il biacco Hierophis viridiflavus e la lucertola campestre Podarcis sicula mentre tra gli anfibi il rospo smeraldino Bufo viridis è una delle specie più frequenti sulla duna.
La distribuzione dei nidi di C. caretta non presenta un pattern uniforme lungo lo sviluppo costiero d’arenile. In base ai dati 2000-2011 (archivio UNICAL), il 74% dei nidi (n = 111) e il 69 % delle emersioni (n = 150) si concentrano lungo quattro tratti d’arenile di 7.822 km (24.2% delle spiagge sabbiose):
a) Spiaggia di Pantano Grande: km 2.950 nidi n = 33, emersioni n = 31;
b) Spiaggia di Brancaleone: km 3.280 nidi n = 23, emersioni n = 31;
c) Spiaggia di Spropoli: km 0.690 nidi n = 14, emersioni n = 23;
d) Spiaggia di Torrevarata: km 0.902 nidi n = 12, emersioni n = 13.
Area marina
L’area di studio costituisce indubbiamente (facendo fede anche alle numerose testimonianze locali) un’importante zona di aggregazione alimentare per le tartarughe marine, frequentemente osservabili in mare a una distanza di 5-10 miglia marittime dalla linea costiera. Questa zona, il basso ionio reggino, si caratterizza non solo per ospitare un elevato numero di giovani tartarughe durante tutto il periodo estivo ma anche per raccogliere individui provenienti da varie colonie del Mediterraneo e dell’Atlantico, risultando quindi un “hotspot” di aggregazione e diversità genetica della specie.
L’area di studio ospita anche diverse specie di cetacei, più volte avvistati nei campionamenti a bordo di pescherecci, quali la stenella Stenella coeruleoalba ed il tursiope Tursiops truncatus. Tra i mammiferi Tursiops trucantus è l'unica specie elencata nella Direttiva Europea così come Caretta caretta per la classe dei rettili.
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